Nessuno, che lavori nel settore della comunicazione, sa con esattezza cosa possa accadere in un determinato giorno dell'anno, avendo preparato per un'azienda un comunicato e affittato per la stessa uno spazio dove esporre quel concetto.
Nessuno.
E' una pagina di qualche tempo fa, giovedì 27 agosto 2009.
Ma non è per la notizia di cronaca che mi interessa questo ritaglio, in questo momento.
Bensì, per un motivo relativamente nascosto e macroscopicamente evidente. Quando ho visto questa pagina, per caso, mentre un signore sfogliava il suo giornale sul treno, non ho potuto fare a meno di notare la combinazione vincente della comunicazione globale.
Ancora una volta.
Per globale intendo quella comunicazione in tutte le sue forme di espressione, laddove poi sta a noi trovare le sfumature ed i significati reconditi del messaggio che il caso ci manda. Quotidianamente la mente percepisce quello che l'occhio vede e le poi la nostra capacità analitica corregge l'ordine di importanza degli eventi, o delle informazioni, in base alla nostra etica. Così su questa pagina troviamo diverse notizie che riguardano un caso giudiziario di troppo tempo fa ma che ora vede il suo epilogo. Però, aldilà di tutto, il titolo blu quasi a centro pagina richiama la nostra attenzione in modo prepotente.
Chi mastica un poco le dinamiche della comunicazione visiva e le tecniche della comunicazione pubblicitaria, riconosce il buon lavoro fatto dal grafico.
In questo caso la nostra attenzione viene poi attratta dal titolo a otto colonne in cima alla pagina: Strage del Circeo, ora è libero. Si è pentito.
A seguire l'articolo di chiusura, a sinistra, ci ricorda che i familiari hanno la rabbia che gli mangia il cuore.
Allora, a questo punto, l'informazione che abbiamo recepito è che chi sbaglia paga per la strage al Circeo, ma siccome lui si pente, i familiari hanno la rabbia nel cuore.
Ma in nostro soccorso arriva la capacità analitica a corregge l'informazione: per la strage al Circeo, Gianni Guido dopo aver scontato la pena, si è pentito ma questo non toglie la rabbia dal cuore dei familiari della vittima.
Ma allora chi è che paga?
Chi sbaglia.
E se poi si pente?
Ci pensa AXA.