domenica 2 gennaio 2011

2011 propositi

Anno nuovo. 2011.
L'anno dei paletti.
Cosa cambia rispetto a quello passato?
Nella mia sfera personale, quasi tutto.
Pensieri più corti. Concetti più semplici. Dove sia possibile, più azione.
Le domande rimaste senza risposta nel 2010 non sono più una mia domanda.
E qui si chiude anche definitivamente questo blog.

mercoledì 17 novembre 2010

In una sala di un oratorio

In una sala di un oratorio c’è un poster attaccato al muro. E’ un cartoncino bianco sul quale dei bambini hanno scritto cosa sentono che sia Gesù per loro. L'ho guardato a lungo e, a parte la simpatia per le evidenti incongruenze delle relazioni parenterali, quelle esternazioni mi hanno ispirato questa mia personale visione.
I nomi sono inventati.

Gesù è mio fratello, dice Filippo, figlio unico di una coppia un po’ possessiva. La madre lo bacia ogni minuto dicendo che lui è la sua unica ragione di vita. E se fosse doppia? Si chiede ogni sera prima di addormentarsi dopo che il padre lo ha messo a letto e gli ha raccontato una fiaba. Se fosse così, potrei avere un po’ di tempo per fare le mie cose e giocare...

Gesù è mio padre, dice Elena che ha i genitori separati. Suo padre è in Brasile ma invia foto per non farsi dimenticare. Elena guarda malinconica quelle immagini, lui sorride divertito ed è sempre abbronzato ma sempre lontano. Quando c’è è pronto a giocare ma mai a fare un discorso serio. Alcuni uomini, amici della mamma, hanno provato a passare del tempo con lei, ma anche loro non erano mai veramente lì...

Gesù è il mio amico, dice Giulio che ama studiare e capisce le cose più velocemente degli altri. Per questo motivo i suoi compagni lo chiamano in cento modi diversi ma mai per nome. E non lo invitano alle feste. Non gli confidano i segreti. Ma lui li capisce comunque. E Gesù lo guida con le sue parole dette migliaia di anni fa, perché sono sempre migliori di quelle che sente oggi...

Gesù è accanto a me, dice Valeria che già un paio di volte è scappata di casa. Mamma e papà non la capiscono, dicono che è ancora troppo piccola per certe cose, che non hanno tempo da perdere con le sue sciocchezze. Così quando vaga per la città guarda sempre l’ombra sui muri o per terra. E quando vede che si sdoppia, il suo cuore si riempie di emozioni e aspetta il suono della sua voce. Poi quelle ombre passano oltre insieme alle persone che le accompagnano e capisce che ancora una volta era un’illusione. Ma nel cuore sente forte la sua presenza. E va avanti. A volte torna a casa da sola. A volte la vengono a cercare...

Gesù è fratello, padre, amico e forse anche ombra. 
Gesù è ovunque e a questo punto, per alcuni bambini di quell’oratorio, è anche chiunque.
Ma è comunque presente.
E questo è quanto.