martedì 24 giugno 2008

PILLOLE DI MEMORIA

Leggo su Epolis, nella rubrica dedicata ai lettori (quindi quelli come me) e volentieri pubblico.

LO SBIILANCIO DEL COMUNE HA PIU' DI UN RESPONSABILE
Ma il buco non è di veltroni
Lettera firmata
Roma

Siccome i romani e gli italiani, più in generale, hanno la memoria che diventa selettiva di anno in anno grazie a tg frettolosi o giornali poco obiettivi, mi piacerebbe far riflettere chi legge sui motivi dell'enorme buco nel bilancio del comune di Roma. Intanto, nessuno ricorda che durante il Berlusconi bis furono tolti alla città i fondi per Roma capitale? Primo buco... E cosa dire del fatto che il comune avrebbe dovuto prendere diversi miliardi dalla Regione Lazio, tutti anticipati di “tasca propria” ad Ama, Atac e Trambus perché la Regione non li aveva? E perché la Regione non li aveva? Per il famoso crack della sanità per il quale stiamo ancora pagando ticket! E lo sanno che ci sono ancora debiti del comune che risalgono all'epoca di Carraro? Allora cari signori, prima di puntare il dito sull'ultimo sindaco, che per carità non ha lavorato bene, informiamoci e raccontiamo le cose come stanno!

Che altro dire?
Roma è una città di fori e di buche.
Roma è una città eterna, ha una storia antica e tradizioni ben radicate nel suo humus sociale.
Non mi stupisce sapere che siamo sordi al buon senso e attenti all'insulto.
Er trasteverino lo sa bene, ma bene bene, cosa vuol dire quando ci vengono ad insegnare a vivere, 'sti borbonici, quando ci sentiamo dire da qualcuno che siamo vigliacchi.
Una volta scattava il serramanico, oggi l'indifferenza.
E' che una volta, er trasteverino c'aveva l'onore, oggi c'ha il suv.
Pasquino e il popolo de Roma se lo ricordano bene, che vuol dire una voce sola nel coro dei mormorii.
Quando quelli al potere tremavano perchè la gente cominciava a capire, cominciava a fidarsi di Pasquino e smetteva di avere paura del potere.
Ma poi il tempo passa e la società s'evolve.
Con internet oggi tutti sappiamo tutto, sappiamo troppo, sappiamo un cazzo.
Se non ragioniamo, che sappiamo a fare!
Ma poi il tempo passa le regole si sradicano.
E con loro anche tutti i punti di riferimento, percui il governo ladro diventa talmente ladro, che i suoi rappresentanti sono tutti indagati e condannati.
Ma poi il tempo passa e le necessità prendono il sopravvento.
E così, un favore te lo facco io, uno me lo fai tu, un caffè al bar pagato per il dottore e una speranza di ceri accesi sotto le madonnine. E a Roma, di dottori e madonnine ce ne sono migliaia.
Ma per fortuna la mafia è al Sud.
Allo Statuario o a Capannelle, magari alla Romanina.

lunedì 9 giugno 2008

RISOLTO IL PROBLEMA DEL DEFICIT ITALIANO

A volte la soluzione migliore è talmente evidente che sfugge a tutti da davanti gli occhi. Non compenetra le menti migliori oppure semplicemente scivola via dalla superficie dei pensieri perchè ritenuta, istintivamente, assurda.
Eppure è lì, è stata lì da sempre: la soluzione all'annoso, gravoso problema del deficit italiano. E questa soluzione implica indirettamente, probabilmente, la risoluzione di un altro gravoso problema che affligge, però, non solo il nostro paese.
Magari l'esempio potrebbe illuminare molte altre menti al governo di altrettante nazioni.

Ecco: lo Stato, nei panni dei suoi funzionari più decisi, nei volti dei suoi militari più integgerrimi, nelle mani di quelle figure ritenute, in questo momento, marginali, insospettabili, quasi ignote, dovrebbe andare da quei capi clan di cosche mafiose che conoscono benissimo, che sanno dove si trovano e come agiscono, e dire loro che se vogliono continuare a chiedere le tangenti, indisturbati, senza timore di esere arrestati o indagati o intercettati dovranno pagare il pizzo allo stato.
La percentuale la stabilissero i contabili statali, che dovranno fare bene i conti del presunto fatturato di questo giro d'affari criminale. Del resto certe cifre sono sulle pagine dei giornali, riportate come utile di uno stato dentro lo stato.

E allora noi inventiamoci il terzo Stato.
Bussiamo a quelle porte e diciamo loro che devono pagare se vogliono stare tranquilli.
Alle loro risate di scherno risponderemo con arresti, gambe spezzate, macchine esplose e cantieri devastati.
Agli scugnizzi che girano la città con i motorini, bucheremo le gomme.
E se si ribellano, gli arrestiamo la mamma, così vediamo poi chi gli prepara da mangiare!

So che non accadrà mai, perchè proprio coloro che dovrebbero legiferare e controllare in questo ipotetico terzo Stato, sono quelli da arrestare per primi.
Neanche voialtri vi siete mai messi in punizione da soli. Figuriamoci loro.
Però potrebbe essere lo spunto per una buona storia di fantascienza.