mercoledì 16 gennaio 2008

DONNA PIETRA, UOMO ACQUA.

Donna Pietra è dura, ha il cuore di granito e l'anima di marmo. Ferma nelle sue convinzioni e immobile nel suo pensiero, se ne sta lì a guardare e giudicare il moto delle stelle e l'affanno delle altre creature.
Uomo pietra è altrettanto duro, immobile e forte.
Quando si accoppia con Donna Pietra, nascono montagne di ciottoli, che spesso troviamo ammucchiati sui fondali del fiume, alle pendici di un monte, accanto a una strada.

Donna Spugna è fragile, volubile, instabile. Ha l'animo pieno degli altrui animi e sgocciola spesso le sue malinconie su chi le sta intorno. Non ha paura del destino e si muove in continuazione, fondamentalmente perchè quando sente di aver assorbito troppo, deve allontanarsi. Un po' per istinto di sopravvivenza un po' per equilibrio di madre natura: i luoghi che frequenta spesso tendono ad inaridirsi.
Uomo Spugna ha le stesse prerogative, ma al contrario della Donna Spugna non ammette la sua natura e si maschera da Uomo Pietra. Purtroppo per lui, finchè si trova in compagnia di altre Pietra va bene, ma se capita una Spugna in fase di rilascio o una Persona Acqua, allora viene subito smascherato. La capacità di assorbire è indipendente dalla sua volontà, fa parte della sua natura ed è irreversibile.

Donna Acqua è dolce, sinuosa, sorridente. Si muove tra Pietra e Spugna con disinvoltura, in quanto non ha anima. Ha una visione prismatica della realtà e questo la rende euforica. A volte la sua euforia si trasforma in vertigine e si viene a creare un'onda di positività. Questa purtroppo non sempre è altrettanto positiva per gli altri esseri, in quanto può capitare che spazzi via tutto quello che incontra lungo il suo cammino.
Uomo Acqua è salato, egocetrico ma profondo. Accarezza tutte le correnti di pensiero del mondo e non si nasconde, per quante Donne Spugna possano amarlo, lui ha sempre amore, per quante Donne Pietra possano attaccarlo, lui ha sempre pazienza e per quante Donne Acqua si gettino tra le le sue braccia, lui ha sempre posto per tutte.
La profondità della sua saggezza nasconde i misteri dell'evoluzione delle specie e del pianeta stesso.

Donna Fuoco è calda, passionale e voluttuosa. Non nasconde il suo temperamento, che è sintomo di un'atavica solitudine. Nessun'altra creatura, infatti, sopporta le sue intemperanze e la sua presenza. Donna Fuoco ammalia chi le sta intorno, ma alla fine, qualunque tipo di rapporto cerchi di instaurare, purtroppo brucia sempre troppo in fretta le tappe e alla fine si ritrova da sola.
Uomo Fuoco è l'unico che la capisce e la sa prendere per il verso giusto.
La loro passione spesso è causa di problemi condominiali. O di grandi incendi boschivi.

domenica 13 gennaio 2008

CI TOLGONO

Ci tolgono il calcio.
Ci tolgono il cibo.
Ci tolgono il gusto per la moda.
Ci tolgono l'auto.
Ci tolgono la democrazia.
Ci tolgono il senso patriottico.
CI tolgono l'istruzione.
Ci tolgono una direzione in cui andare.
Ci tolgono la giustizia.
I giudici.
Le regole.
Le leggi.
Il potere di parlare.
Tanto nessuno ascolta.
Tanto nessuno protesta davvero.
Anche quando ci tolgono la vita.
Tutti quei morti sul lavoro, sulla strada, nei parchi, negli ospedali, nelle scuole, in casa.
Tutti quei sermoni e titoloni e servizi tv, a che servono?
A intrattenerci durante la pausa tra un film e una serie tv, forse?
Così adesso che ci tolgono pure le serie tv preferite, che faremo?

Indubbiamente continueremo a scrivere nei blog il nostro corale, accorato diniego nei confronti della politica che tutto rovina, sottolineando (alcuni ) che il successo dei programmi spazatura è anche un po' colpa nostra (vostra).
Come dice Chiara Papaccio nel numero di sabato 12.01 di Epolis-Roma
Elien De Generes molla il suo seguitissimo talk-show per fare la valletta nell'equivalente Usa di Affari tuoi. II cast di Lost è in vacanza: l'accampamento sulla spiaggia dell'isola misteriosa smontato, gli attori sono tornati in continente (americano). Rob Reiner però e riuscitoa girare il film che sognava fin da Harry ti presento Sally, The Bucket List, commedia di vecchietti con Jack Nicholson e Morgan Freeman: prima continuavano a boeciarglielo (attori tropo ages e niente belle ragazze, la motivazione). PRIMA DI COSA? Ma prima dello sciopero, ovvio. Insieme agli altri citati, quello di Reiner e l'ultimo di una serie di eventi surreali che si stanno verificando a Hollywood in conseguenza dello sciopero degli autori e sceneggiatori. Con la loro protesta che dura ormai da piu di due mesi, la potente (ma squattrinata, ed è qui che casca l'asino) corporazione sta tenendo sotto scacco l'unica industria statunitense di successo oltre a quella bellica: la macchina dell'intrattenimento televisivo e cinematografico sta inesorabilmente andando verso uno stop definitivo. Gli episodi gia girati delle serie stanno per esaurirsi, non si scrivono più nuove sceneggiature. Di conseguenza niente film o telefilm in preparazione, mentre aumentano in maniera vertiginosa i programmi "senza scheletro", senza testo pronto. In altre parole, i reality. E' il trionfo del trash in tv, e vacillano anche altri capisaldi. Come i Golden Globes: la sessantacinquesima edizione dell'anticamera degli Oscar avrebbe dovuto svolgersi domani [domenica]. MA ANCHE quella manifestazione e stata inghiottita dal silenzio di una categoria lavorativa che e responsabile del successo di prodotti tv tanto quanto le star protagoniste. Eppure per ogni dvd venduto a prezzo pieno, lo sceneggiatore guadagna solo 4 centesimi di dollaro. Più remunerativo cucire palloni? Sicuramente: l'accordo vigente era stato preso nel 1988, in piena era superdollaro, quando internet era ancora un esperimento militare. Gli inventori delle caustiche battute del dottor House, dei casi di C.S.I o delle Casalinghe Disperate chiedono di rinegoziare. Fino a che non accadrà, vacche magre per tutti, anche per l'Italia: tante le serie che ormai partono quasi in contemporanea con gli Usa.
Prepariamoci ad un rigido inverno... ■

venerdì 11 gennaio 2008

FACCIO COME #@zz§ MI PARE

Non c'è faccia per l'ignoranza.
E non c'è limite d'età.
In ogni momento della giornata, di fronte a qualunque microevento si verifichi di fronte ai nostri occhi, le persone che compiono sregolatezze sono le più svariate. Non c'è un canone, non c'è per nessuna cosa.
Stamattina mi sono successe due cose, simili tra loro, che sembrano banalità, ma non lo sono affatto.
Riassumo: per recarmi al luogo del mio momentaneo lavoro, devo prendere autobus, metro e trenino. Un'ora e mezza circa di viaggio che mi mette di fronte agli occhi, quotidianamente, le più varie situazioni umane. Io osservo.
Oggi, giunto alla fermata dell'autobus dove scendo per prendere la metropolitana, l'autista ferma il mezzo e apre le porte dell'autobus. Questo in particolare era dotato di una centrale per scendere e due laterali per salire. A scendere eravamo una ventina di passeggeri, tutti ordinati e in fila. A salire c'era solo una ragazzetta. Minuta, carina, silenziosa e paziente. Era ferma a naso insù, a cercare lo spiraglio per potersi infilare tra noi. Ma senza spingere, solo con lo sguardo. Le due porte laterali aperte non le bastavano. Forse erano di un colore che non la invogliavano a prendere posto sul mezzo.
Lei è rimasta lì, per de minuti buoni, ad aspettare che uscissimo tutti per poi salire dall'unica porta dalla quale è vietato farlo.
Costumi di questa società che perpetrano l'errore facendolo diventare consuetudine.
E se per caso mi fosse passato per la testa un pensiero del tipo come crescerà questa ragazza nella sua personale interpretazione delle regole sociali? la risposta è arrivata quando, poco dopo, mi sono trovato a dover salire sulla metropolitana.
Stazione affollata, vagoni semivuoti, poca gente pronta a scendere. La situazione ideale per il viaggiatore pendolare. Quando il treno si ferma, mi faccio da parte rispetto alla porta che si sta per aprire, per permettere ai viaggiatori di uscire comodamente.
Che se non bastasse l'intellegenza a farci fare quest'operazione, esiste comunque una regola che ne insegna i modi. E invece due cinquantini, uomo e donna, abbracciati fianco a fianco, rimangono fermi e fieri di fronte alla riga nera di plastica che divide le due ante della porta scorrevole. La porta si apre.
Quando finalmente anche il dodicesimo viaggiatore uscente li ha spallati, urtati, strattonati, guardati male e in qualche modo maledetti, semplicemente sono entrati nel vagone e hanno preso posto.
Probabilmente erano i genitori della ragazzetta che qualche decina di metri sopra di loro aspettava l'autobus.
Si cresce, ma non si perde il vizio. E' storico. E' genetico. E' radicato, molto in profondità, quando un modo di fare lo perpetriamo per anni senza cercare di cambiare. E si invecchia, trovando normale e regolare essere prevaricati in ogni direzione.
Così è normale che le regole diventino solo un intralcio alla sopravvivenza e non un metodo di vita che permette di esistere tutti insieme, all'interno di una società.
Lo dicevo qualche tempo fa e lo dirò ancora: armonia non è una parola così difficile.

giovedì 10 gennaio 2008

STAVO DICENDO?

La capacità di fermare un pensiero e tenerlo fermo, potendolo ritrovare quando se ne ha bisogno è pari alla propria capacità di concentrazione.
Ma in percentuale maggiore la prima capacità è legata alla terza: quella di fermezza morale. O paranoica metodicità concettuale.
Ad esempio, io avevo aperto il blog per scrivere una cosa che mi era sembrata interessante, un argomento che adesso mi sfugge perchè è passata una collega che di argomenti ne aveva di più, come dire, convincenti. Su cui valeva (e vale tutte le volte) soffermare la propria attenzione.
La sua fermezza, i suoi argomenti sod... fermi, catturano la mia visuale romantica e insieme offuscano le mie convinzioni più radicate sulla loro natura.
Da Dante in poi, sulla donna se ne son dette tante e in Sex and the City abbiamo sentito tutte le altre, ma alla fine, in summa argomenti, la femmina è un po' fascista: quello che è suo non lo vuol dare a nessuno tranne ai tesserati che lei decide di ammettere al suo partito.
E il maschio, delle cui gesta e del cui umore abbiam sentito di tutte le risme, dalla sua cavernicola incapacità di comunicare alle sue prodezze di cavaliere nobile, alla fine è bandieruola al vento.
Nelle sua indole alla fine è quel comunista un po' democristiano (oggi si dovrebbe dire democratico) che ha ben chiaro il vantaggio sociale di una casa del popolo dove ognuno divide con gli altri quel che ha.
Per questo non ci capiamo. E siamo distratti.
E in quest'eterna lotta genetica di possesso e distribuzione, la mia collega mi fa intuire che passare al suo partito esclusivo farebbe di me, indubbiamente, uno tra i molti ma altrettanto indubbiamente, uno fortunato.
E allora sapete che vi dico: più approfondisco i punti del suo programma, più sale l'urlo liberatorio.
Ai poeti segaioli, gli onanistici virtuosi del trittico, nonchè agli onesti lavoratori e ai liberi pensatori dico questo: andate a prendervela nel culo tutti.
Da oggi farò di tutta l'erba il fascio, di ogni fascio il mio littorio, di ogni littorio un soprammobile su cui posare i miei trofei.

Mi è tornato in mente il pensiero per cui avevo aperto il blog, inizialmente:
quell'esser leggero in me
del corpo appesantito dai troppi viaggi
in quel ritorno mai accompagnato
mi porta alla soglia di una vita ancestrale
che contorna e accentra
il limitare dei mie dubbi terreni.

RIFLESSIONE

SICCOME RIFLETTO,
GLI ALTRI
VEDONO SOLO
SE' STESSI.

IN RITARDO

Se ci fosse un premio per il ritardatario dell'anno, lo vincerei io sicuramente.
BUON ANNO a tutti.
Benealzati e bentrovati.
2008
l'anno tondo è arrivato!