sabato 27 settembre 2008

cambiamenti

Nuovo motore di tweening: addio keyframe

Il cambiamento che probabilmente più "sconvolgerà" chi già utilizza Flash, specialmente lato design, sarà il cambiamento della linea temporale:
non saranno più presenti i keyframe (fotogrammi chiave) abitualmente utilizzati per creare le interpolazioni di movimento e di forma, ma sarà presente un motore completamente rinnovato, sarà possibile modificare direttamente l'animazione in ogni suo istante senza la necessità di keyframe e tutte le proprietà dell'oggetto animato saranno modificabili; risulterà inoltre molto semplificata la creazione di guide di movimento e di effetti di accelerazione e decelerazione, dato che tutte queste opzioni saranno accessibili senza l'utilizzo di pannelli o la creazione di layer aggiuntivi: tutto potrà essere fatto dal layer in cui animiamo il nostro oggetto.

[… segue]

http://flash.html.it/articoli/leggi/2776/adobe-creative-suite-4-le-novita-di-flash/

lunedì 22 settembre 2008

AL(E')ITALIA

Qualcuno è in pericolo!!
Qualcuno sta gridando AIUTO a squarciagola!
Allora questo....
è un lavoro per Superman!!!

«...il Commissario Straordinario – considerate le ragioni di necessità e urgenza di cui al D.P.C.M. del 29 agosto 2008 - invita chiunque sia in grado di garantire la continuità nel medio periodo del servizio di trasporto, la rapidità dell’intervento nonché il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione nazionale, ivi compresi i Trattati di cui è parte l’Italia, a presentare manifestazioni di interesse per l’acquisto di uno o più rami di azienda di Alitalia Linee Aeree Italiane S.p.A. in a.s., di Alitalia Airport S.p.A. in a.s., di Alitalia Express S.p.A. in a.s., di Alitalia Servizi S.p.A. in a.s. e di Volare S.p.A in a.s., anche non preesistenti.
Tali manifestazioni dovranno pervenire presso gli uffici del Commissario Straordinario, in via Marchetti, n. 111, 00148 Roma, entro il 30 settembre 2008, ore 12.00, unitamente a tutta la documentazione che ne consenta la valutazione al fine di avviare l’eventuale trattativa.»

Il documento originale

DA DOMANI

Da domani bar e disco rischiano la chiusura senza tabelle antialcool.
Scatta martedì 23 settembre l'obbligo
di esporre le tabelle sui tassi alcolemici
e sugli effetti dell'alcool, nelle discoteche
ed in tutti i locali dove si svolgono forme
di intrattenimento congiuntamente alla vendita
e somministrazione di bevande alcoliche.
Perplessa la Confesercenti, che ritiene le tabelle
di difficile comprensione per la clientela
.

Le donne e gli uomini divisi per colonnne, pesi ed età.
Da domani ogni sorso sarà spuntato su un foglio per non dimenticare.
Da domani gli automobilisti ubriachi rischiano la galera.
Quelli che parlano al cellulare la sospensione della patente.
Quelli che leggono il giornale una tiratina d'orecchi.
Quelli che guardano il culo alle belle donne una severa occhiata di rimprovero.
Naturalmente, da domani, i vigili sapranno svolgere al meglio il loro mestiere.
Attraversare le strisce pedonali sarà un gioco da ragazzi e attraversare l'europa in tir non sarà più un sacrificio.
Questi bei ragazzoni polameni o rumacchi, non potendo più bere al bar, sarnno sempre svegli e attenti e felici.
Questi bei giovani, amanti della discoteca, si faranno sbomballare il basso ventre dalla musica perpetua, tutta la notte. Sobri. E così dovrebbe succedere: magari si accorgono finalmente di cosa hanno ascoltato fino ad allora.
Ma anatema su quei baristi che danno da bere agli esseri umani, automobilisti, per giunta, più di due bicchieri per volta di qualunque alcolico che si possa mischiare con le droghe assunte, che sballano fino al sonno chiunque stia sette ore consecutive a ballare.
Eppure, pensateci: migliaia di ragazzi a ballare per tutta l'Italia, e solo settotto muiono ogni fine settimana. Tranne quelli che guidano. Chi è al volante, che di solito è ubriaco. O fatto. O stanco. O figlio ignoto.
Poi però, ogni giorno della settimana lavorativa, qualcuno mentre parla al cellulare o solamente guida un po' troppo baldanzoso, mette sotto qualcun'altro. E a fine settimana sono decine le vittime.
Eppure non erano ubriachi. O fatti. O figli ignoti. Erano semplicemente automobilisti.
Erano e sono solamente uomini. Esseri umani. Perchè alla guida ci sono pure le donne. Anche loro esseri umani. Quindi tutti, indistintamente, sono colpevoli.
E allora chi multiamo? A chi diamo la colpa?
Per me che abito a Roma e che Roma la guido, lo saprei io a chi dare la colpa.
Ma non lo dico per non sviare il discorso. Qui si parla di provvedimenti.
Mio padre, quand'ero piccolo, ma pure quando ero più grande, mi picchiava qualora riteneva che l'azione che avevo compiuto fosse grave.
E certamente ho odiato quell'uomo, così come molti odiano le istituzioni.

E ho combattuto quell'uomo, così come molti pensano che opporsi alla legge sia la cosa più caparbia da fare. Dimostrare la nostra ragione, il nostro stile. Le nostre idee.
E io ho odiato e contestato quelle di quell'uomo, che cercava di dirigere la mia mente in una direzione che non capivo.
Così come molti, ancora oggi, non capiscono perchè devono mettersi la cintura di sicurezza in automobile o il casco andando in moto.

Ma poi sono cresciuto.
Diciamo che crescendo, vivendo, imparando ho capito meglio certe sfumature.
Così sono felice che qualcuno sia un po' severo, ogni tanto. Ben sapendo che tanto solo il tre per cento capirà i motivi ed i vantaggi nell'intraprendere quei suggerimenti.
L'altro novantasette , da domani, guidando automobili dalle grosse cilindrate, comode, calde, silenziose, accoglienti, confortevoli e sicure potrebbero essere coscenti che la galera, la privazione della propria auto e la sostanziosa multa non portano vantaggi sociali.
Figuriamoci schiantarsi con gli amici.
O con un camion insieme al suo rimorchio.
Da domani. Qualunque sia l'oggi.

SRADICARE LA POVERTA'

Il Papa ci guarda dal suo balconcino e ci indica la via per la soluzione ai problemi.

21/9/2008 (12:36) - L'ANGELUS Il Papa si rivolge ai leader politici di tutto il mondo e chiede che «si prendano e si applichino con coraggio le misure necessarie per sradicare la povertà estrema, la fame, l’ignoranza e il flagello delle pandemie che colpiscono soprattutto i più vulnerabili».

Ce lo dice lui che è a capo di uno stato sovrano esentasse e coperto d'oro, propietario di migliaia di metri quadri di immobili nel mondo e depositario di tesori immensi per cui si fa pagare per poterli vedere.
Ci pensassero i buoni cristiani, quelli a capo dei governi, a risolvere la questione. Quelli si, si sa, che sono buoni.
Ci pensasse l'ONU che ha i mezzi per diffondere il verbo della pace.

Perchè la chiesa non riesce più a farlo da quando parla tedesco.

SMART ERGO CORRO

SMART ERGO CORRO.

Andavo a cento all’ora
per trovar la bimba mia
ye ye ye ye
ye ye ye ye
Andavo a cento all’ora
perchè più piano non ci va
blen blen blen blen
blen blen blen blen

sabato 13 settembre 2008

CONFESSIONI DI UN EX GRAFICO

Un'intervista shock!
CONFESSIONI DI UN EX GRAFICO:

E' POSSIBILE "GUARIRE"?
«Basta un niente per risvegliare il demone. Lui tiene sott'occhio te e tu devi costantemente sorvegliare lui.»
E' questo il punto di un ex grafico profesionista compulsivo.
«Lo so - continua irrefrenabile nella sua rivelazione - dal rischio di dipendenza non si guarisce facilmente. Perchè anche se ne sei fuori, quello che ti ha condotto nella spirale delle tipografie, così come delle serigrafie o delle stampe digitali, è un seme che fa pare di te. Sono mesi ormai che frequento l'Associazione Grafici Anonimi e ormai sono più che cosciente che questa mia necessità di vedere stampato il mio progetto può dipendere da una connaturata fragilità, un dolore persistente, una certa dose di noia, carenza affettiva, voglia di sentirsi vincenti o cambiare la propria vita, ma anche bisogno di emozioni straordinarie. Un motivo vale l'altro, il risultato non cambia. E' qualcosa per cui prima fai un lavoro ogni tanto, è quasi un passatempo. Poi si insinua una sorta di ansia, un languore che ti strappa ad ogni altro pensiero e attività. Così tenti di tutto: volantini, etichette per lo shampoo, biglietti da visita, volantini, brochure per dentisti, cataloghi, montaggio video, volantini, riviste parrocchiali, cd interattivi, cartoni animati, volantini, menu turistici, fumetti indipendenti, illustrazioni, volantini, fotoritocco per lapidi, ciclostilati, tesserini, calendari, volantini.
Meno trovi lavoro più produci idee, sostenuto dall'illusione di essere ad un passo dalla grande vittoria. E dall'essere pagato. Ma se vengo pagato ho un motivo in più per proseguire.
E cadendo sempre più in basso continuo ad investire su hardware e software altamente professionali. Finiti i soldi, finiti i clienti, cominci a chiedere ai tuoi amici, parenti, familiari. E quando il lavoro davvero langue e non hai neanche più i soldi per acquistare la tessera mensile dell'ATAC (l'Azienda Trasporti Pubblici di Roma, n.d.a.d.b.) allora passi ai prestiti in banca, per approdare infine nelle mani degli agenti del fisco o degli usurai. E' lo stesso.
I giorni e le notti si susseguono nell'angosciosa ricerca di una soluzione per pagare i debiti e racimolare altro denaro da reinvestire nel lavoro. E la menzogna diventa regola quotidiana, ingannando tutti quelli che ti ruotano intorno.
"Come va a me? Benissimo, guarda, mi fermerei a parlare con te, ma sono molto impegnato!"

"Non ho un minuto libero!"
"Devo scappare in tipografia che ho una consegna!"
Una vita di punti esclamativi e mai un minuto per porsi la domanda: sto lavorando per vivere o sto vivendo per lavorare? Così resti legato alla bugia di una vita migliore fino a quando non avere lavori da fare, tutto sommato, diventa quasi un sollievo: la giusta punizione per chi ha smarrito dignità, identità, capacità di amare il proprio lavoro e amarsi in un ruolo definito.»
L'uomo che è di fronte a me, poco più che quarantenne, dopo quindici anni di lavoro come grafico, fallimenti imprenditoriali, dipendenza da inchiostri acrilici, più di un tentativo di aprire lo studio, guai con il fisco o gli usurai (è lo stesso), quest'uomo, finalmente ha trovato la forza di rivolgersi all'Associazione Grafici Anonimi di Roma, con i quali ha iniziato, alcuni mesi fa, un percorso che si prospetta lungo ma efficace per una rinascita professionale.
Attorno a lui ruota in Italia un folto popolo di cittadini dediti all'arte della stampa o della progettazione grafica (si stima che i grafici "patologici" nel nostro paese siano circa 700.000) che nell'investire piccole somme per la propria crescita professionale bruciano cifre da capogiro ogni anno.
Se, infatti, i consumi familiari calano, la spesa per il proprio pc si è invece triplicata: in sei anni i 14,3 miliardi di euro del 2000 sono lievitati ai 35,2 del 2006. Il desiderio del "colpo di fortuna" è aumentato in maniera direttamente proporzionale alla crescita esponenziale delle diverse release dei software in commercio e delle offerte di connessione ADSL presenti sul mercato.
«Si è passati dalle rare occasioni di cambiare gestore ogni anno, per pagare meno la propria connessione, alle attuali 19 offerte accattivanti ormai presenti nella propria casella email ogni 72 ore. Inoltre a questo, le fusioni di case produttrici e il passaggio alle diverse release dei software ingigantiscono la problematica di recupero dei grafici - spiega Aristide P. presidente del CONATO (Coordinamento Nazionale Tipografi Ossessivi) - e non è un caso. In un momento di recessione economica, è storicamente documentato, aumenta la ricerca spasmodica della "propria fetta di mercato". Ed è questa carenza di zuccheri - sorride - che porta alla confusione d'identità del grafico. La maggiorparte di loro, per lo più uomini, secondo recenti stime, sono persone prive di fantasia che nella produzione tipografica intravedono una forma di riscatto sociale.»
Il mito un po' romanzesco del pubblicitario ricco, strafottente, circondato da donne vogliose e da clienti desiderosi dei suo servizi che si permette di dire "forse" rischiando di perdere quel lavoro, è dunque infranto.
Oggi chiunque si aggiri intorno a quel mestiere è pronto a fare di tutto. Non è più il grafico pubblicitario che va al cliente, prendendo in considerazione se davvero ne vale la pena, ma è il lavoro, le esigenze del cliente, le sue peculiari speculazioni del mercato che vanno a scovare la possibile vittima.
Nella società odierna, coloro che cadono nella dipendenza da lavoro sono grafici assolutamente comuni, per lo più immersi nella monotona routine del volantino, che nel bar sottocasa intravedono uno spiraglio di lavoro entrando centinaia di volte a chiedere se serve qualcosa. Un tovagliolino firmato, un sottobicchiere personalizzato o magari un bel cartello con scritto "the freddo" (questo l'ho visto per davvero in un bar a Roma, n.d.a.d.b.).
Le donne grafico, seppure ancora in numero inferiore rispetto agli uomini, sono in aumento. La passione per la libera espressione grafica è cominciata negli anni 70 quando sui muri andavano aerografando scritte e slogan e oggi sfocia in una lenta ed inesorabile ascesa come presenza, nel campo della comunicazione visiva compulsiva, andando ad allargare le fila di quella categoria di professionisti che cercano a tutti i costi un'altra possibilità di poter prendere una fetta.
Lo sanno bene i dirigenti del CONATO che hanno sottomano, quotidianamente, i numeri di una realtà che pochi vogliono conoscere.
Forse è per questo che il mestiere del grafico compulsivo stenta ad essere riconosciuto nell'ordinamento giuridico italiano, come una vera e propria patologia, nonostante l'Organizzazione Mondiale della Sanità lo abbia già inserito nella lista delle dipendenze. Carenti, di conseguenza, risultano sul territorio i centri e le opportunità di terapia ed accoglienza. «Il motivo è piuttosto lampante - prosegue Aristide - non dimentichiamo che in Italia c'è il mito del posto fisso. Un mito che ha portato all'ingrossamento di personale di tutti gli Enti Pubblici e quelli privati più grandi, come Telecom, Eni o altri. Questo ha portato a far aumentare quelle matrici, quelle componenti insite nell'animo di molti e scatenanti della malattia: la noia, la privazione al successo, l'ascesa della propria figura professionale ma sopratutto l'ambizione alla notorietà.
Il detto "questo l'ho fatto io" non è solo una delle tante rubriche giocose della Settimana Enigmistica, ma una delle maggiori cause di dipendenza compulsiva da Stampa Grafica.»
Ma i soldi dei grafici che fine fanno? Ai vertici della dirigenza del Fisco se lo chiedono in molti.
«Dal 1997 ad oggi - prosegue il Presidente del CONATO - non c'è stato anno, ma che dico, mese che le industrie del software non abbiano tirato fuori versioni e aggiornamenti dei maggiori software del mercato. E teniamo conto, indissolubilmente dal contesto odierno, delle nuove proposte ammiccanti delle case concorrenti. Tutti sembra che possano fare tutto.
Con la cosiddetta legge Biagi, poi, l'illusione del posto di lavoro si è infranta contro l'ilare intenzione degli imprenditori di dare stipendi e sicurezze. Da qui l'aumento delle ansie, delle diminuzioni delle aspettative e l'aumentare della ricerca di espressione di un successo personale. Il passo verso l'espressione grafica compulsiva è stato breve. Brevissimo.»
La grafica di oggi, di fatto, non risparmia più nessuno: macchinari a basso costo, risoluzioni di stampa eccellenti senza il minimo sforzo o la minima conoscenza tecnica. Inchiostri e soluzioni tecniche che lasciano senza fiato, esterefatti, la maggiorparte delle persone. Emule che permette l'istallazione e l'uso gratutito di software altrimenti costosissimi. Rateizzazioni e prestiti erogati da tantissime agenzie senza vergogna, lasciano l'illusione che il colpaccio sia proprio dietro l'angolo. A portata di mano.
L'illusione è dichiarata ovunque: tv, telefono, web, cellulare, volantini.
«Quel che manca, prima di tutto - dichiara Manlio Asterisco, vicecoordinatore affiancato dello STUPRO (Stampatori Uniti Per Rilegare Ogniccosa) - è un cambiamento di rotta sul fronte della sensibilizzazione: su nessun software in commercio compare il messaggio del rischio di dipendenza che comporta. Non sarebbe certo risolutivo, ma si diffonderebbe, intanto, una cultura della consapevolezza che un uso costante ed indiscriminato di Photoshop, per fare un esempio su tutti, porta a credere che solo quello sia in grado di convertire una foto a colori in bianco e nero. O scala di grigi, come direbbero gli esperti.»
E già, perchè sul mercato esistono decine di variazioni del tema per ogni tema. E i costi che bisogna sostenere per averli tutti a disposizione sono enormi.
«Questa è la causa maggiore, se non la principale - continua Manlio - che porta sul baratro della follia e della dipendenza i nostri sfortunati grafici. Così come anche una cultura distorta del nostro popolo. La famiglia stessa di chi è vittima dell'upgrade, quando si conclama la dipendenza, ne sottovalutà la gravità: la moglie di un grafico che ho avuto modo di conoscere, ha tirato un sospiro di solievo quando ha scoprto che le strane scappatelle del marito non erano legate alla presenza di un amante, ma di un tipografo. Paradossalmente, sarebbe stato meglio che la tradisse con una donna, viste le conseguenze a cui lo aveva indotto il tipografo.»
E proprio nella consapevolezza, c'è la chiave di volta per chi nella dipendenza è già caduto. Il primo dei 12 passi previsti per chi approda ai Grafici Anonimi è proprio quello di affermare "Sono un grafico compulsivo".
«Come in ogni dipendenza - conclude il nostro grafico misterioso - ammettere di essere malato e di aver bisogno di aiuto è l'inizio di un cammino terapeutico che si basa sul motto "OGGI NON STAMPO". Domani si vedrà. Nessun progetto ha mai veramente bisogno di essere reso esecutivo così in fretta. E così, non stampando quotidianamente, si arriva anche a non dover realizzare un progetto quotidianamamente. Fino a maturare la consapevolezza di non aver più la necessità di conoscere i 118 software presenti sul mercato abbinati alle 19 offerte ADSL comparate con le specifiche tecniche dei server. In questo modo ci si allontana dal "demone", che però non scompare mai del tutto. A tenerlo a bada c'è una voce interiore, nata dall'esperienza dell'inutilità di sostenere tutti quei costi. Ora riesco ad apprezzare la "banalità" della vita normale, la ricchezza delle piccole gioie dell'essere grafico. Ho scoperto così in me stesso la presenza di un essere prezioso e insostibuile: il programmatore.»

Lo spunto mi è stato dato dalla lettura di un articolo di Paola Simonetti sulla rivista Acqua e Sapone di Maggio 2008:
VITE IN GIOCO, confessioni di un ex giocatore d'azzardo.