martedì 28 luglio 2009

l'eterna verità passeggera

Ci sono dei giorni che le "cose" ritornano, spuntando fuori senza preavviso dal cassetto o da sotto un libro lasciato lì. Ci sono quelle cose che tornano perchè non se ne sono mai andate e ogni volta le riscopriamo, comunque. Ci sono queste cose che la vita ci regala, se sai essere sereno e non lasciarti sopraffare dalla noia, ogni volta che può.
Ci sono le cose, e ci sono io. E anche tu.
Rifai le cose che hai già fatto, nel tempo. Ripetile. Scoprirai quanto siano migliori o comunque il loro disincanto. Non lasciarti sopraffare dalla sensazione di averlo già visto. O sentito. O fatto.
Accetta il consiglio... per questa volta

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.

Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.

Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.

I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.

Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!

Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.

Lavati i denti.

Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.

Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...

Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.

Rilassati!

Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.

Prendi molto calcio.

Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.

Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.

Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.

Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.

Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.

Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.

Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.

Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.

Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno di un ottantacinquenne.

Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.

Ma accetta il consiglio... per questa volta.

Tratto da "The Big Kahuna", 2000, regia J. Swanbeck

mercoledì 8 luglio 2009

recovery

LOST my data. [6 luglio 2009]
RESCUE data. [8 luglio 2009]

The show must go on....
Mo' inizia la gran rottura de cojoni de ristallà tutti i sofftuàrr!

venerdì 3 luglio 2009

è il momento di riflettere

Proprio ieri mattina ero al bar con l'antico geometra, il mio amico Vincenzo, per una volontà fortuita del caso. Io passavo distrattamente davanti alla vetrina del locale, lui era quotidianamente presente all'interno.
Così mi sono fermato a salutarlo. E da un discorso sulla salute, passando per una veloce disquisizione sulla qualità dei parcheggi a Roma, siamo arrivati a parlare dell'italia. Mi piace parlare con Vincenzo, perchè si parla spesso di qualità della vita, che lui ha vissuto una decina di anni prima di me. Mi sono trovato a riflettere che mentre io cominciavo a sentire parlare di Berlinguer, l'Enrico storico, lui lo sentiva parlare davvero. E allo stesso modo, mentre io, intorno ai 15 anni, cominciavo ad ascoltare la musica sacra suonata dai mitici Pink Floyd o gli Yes o Led Zeppelin, lui la sentiva direttamente ai concerti.
Il sornione Vincenzo sorride e mi sfotte un po', ragionando su queste cose.
Ma ora siamo pari.
Grazie alle fantastiche manovre politiche, economiche e sociali del mondo intero nonchè del nostro eccezionale Governo e dei suoi rappresentanti, ora siamo entrambi disoccupati. Le nostre professioni vengono svalutate. Il loro valore economico è sceso rapidamente vicino allo zero. E l'età che ci portiamo addosso ci allontana de qualunque possibilità di collloquio conoscitivo con le aziende.
Lui con la sua cultura cosmica, coltivata nel tempo dalla passione per la verità e dal gusto per le cose buone, maturata da una visione della vita totalemente unplugged, cresciuta nei roboanti anni settanta, tra sapori forti e il volume dello stereo alto, impregnata di un animo gentile e valori generosi di colesterolo nel sangue, lui, ora, si sta arrendendo.
Non alla vita, ma alla realtà.
Io con la mia superficialità istintiva da artista, permeato di sensazioni e profumi, figlio involontario dei veloci ed edonistici anni ottanta, cresciuto con un istinto che mi allontana dalla memoria storica e che ora accresce quotidianamente il divario dalla realtà, io, oggi, mi sono arreso.
C'è da dire che entrambi siamo di sinistra ed entrambi siamo disorientati. Ma non perchè di sinistra, bensì dalla sinistra. Da questo paese, dal suo popolo e dal declino di troppe ideologie! Nonchè, in ultima analisi, anche dalla scomparsa della buona educazione, che poi non è nient'altro che la declinazione naturale dell'applicazione dell' intelligenza.
Quando stamattina su Epolis ho letto questo commento inviato da un lettore, mi sono sentito rincuorato. Riassume perfettamente lo stato d'animo e la linea di pensiero che stavo cercando di esprimere nei discorsi con l'antico geometra. Lo riporto pedissequamente, non per pigrizia ma per merito di sintesi.
Quando un Governo si esprime al meglio produce razionalismo, illuminismo, libertà di religione o di non religione, accoglienza dello straniero e del diverso, protezione del più debole, forte stato sociale, garanzia del futuro, progresso civile, uguaglianza di tutti di fronte alla legge, pace, diritto alla vita e ad una morte dignitosa.
Quando un Governo si esprime al peggio produce discriminazioni sociali ed economiche, chiusura del futuro, accentramento dei poteri solo su uno, controllo dell'informazione, censura, peggioramento degli strati più deboli della società, erosione dei diritti di tutti, aumento degli abusi e dei privilegi dei potenti, militarizzazione del Paese, la riduzione oggettuale della donna a corpo quando Berlusconi da della "zoccola" ad una sua ministra ne è l'esempio pratico).
State un minuto in religioso silenzio, spegnete il Tg1 e chiedetevi: vivo in un Paese dove c'è un Governo che si esprime al meglio o al peggio?
E il popolo di questo Paese, si esprime al meglio o al peggio?
Mi auguro che non siano pochissimi quelli che spegneranno la tv.
Mi auguro che diminuisca il numero di quelli che cambieranno solo canale, così come aumenti invece il numero di quelli che si porrà domande.
Forse una risposta vitale alla mia questione sta nella voglia di ripresa che molti esprimono.
Per quanto, la percentuale di insuccesso di questa ripresa è proporzionale al numero di persone in fila ai provini del Grande Fratello.