Arrivo con 12 anni di ritardo sul volo
2039.
bastardo d'un Chuck. Quel Chuck,
Palahniuk.
Il racconto è terminato, ho ascoltato
tutta la registrazione e vissuto tutta la straziante storia. E ora è
finita. E non posso neanche immaginare un seguito, un ideale seguito
delle vicende umane di quel personaggio. Schiantato in solitudine tra
le sabbie del deserto australiano. Bastardo d'un Chuck, che diventa
anche inutile venirti a cercare per sapere che cosa è successo a
Fertility e al figlio che portava in grembo. O che cosa abbia pensato
tra le pieghe del tempo Tender Branson. Diventa inutile perchè non
voglio e non posso diventare un emulo dell'infermiera che teneva
segregato il suo scrittore preferito per far rivivere Misery, morta
nelle pagine dell'ultimo romanzo ancora inedito del suo prigioniero.
E così devo tenermi dentro questo mistero, questa curiosità morbosa
che sei capace di scatenarmi ogni volta che giro pagina.
Uno, due, tre. Prova.
Internet e il blog possono sembrare
eterni come il nastro d'acciaio di una scatola nera. Sempitura
memoria di un pensiero, di una traccia di vita, di una traccia di
invidia e di gelosia. Vita preziosa mai vissuta eppure ne ho
nostalgia. Sto scrivendo in questo spazio da diverso tempo, ma è
come se fosse un lungo, deciso, terminabile volo verso l'impatto
finale col terreno. Non sto lanciando una richiesta di soccorso,
forse l'ho pensato in passato, ma ora la pelle si è indurita e la
velocità non mi spaventa più, non mi dà più quella sensazione di
abbandono, paura di restare indietro e non capire.
Bastardo d'un Chuck Palhaniuk. Essere
umano incredibile e impossibile come il suo nome e cognome.
Speleologo dell'animo umano. Del peggiore stadio di decomposizione
dell'animo umano. Ma non irreale o illusorio. Invece incredibilmente
plastico nel suo assurdo mondo iperrealistico.
A questo punto, a questa distanza, a
questa velocità d'impatto prometto che non verrò a cercarti per
farti sputare la verità che nascondi. Lo prometto solo se prometti
che non verrai a cercarmi. Che sarai capace di lasciare in pace il
mio corpo, continuando a solleticare la mia bramosia di torbido
attraverso i tuoi libri.
Uno, due, tre. Prova.