sabato 24 aprile 2010

survivor


Uno, due, tre. Prova.
Arrivo con 12 anni di ritardo sul volo 2039.
bastardo d'un Chuck. Quel Chuck, Palahniuk.
Il racconto è terminato, ho ascoltato tutta la registrazione e vissuto tutta la straziante storia. E ora è finita. E non posso neanche immaginare un seguito, un ideale seguito delle vicende umane di quel personaggio. Schiantato in solitudine tra le sabbie del deserto australiano. Bastardo d'un Chuck, che diventa anche inutile venirti a cercare per sapere che cosa è successo a Fertility e al figlio che portava in grembo. O che cosa abbia pensato tra le pieghe del tempo Tender Branson. Diventa inutile perchè non voglio e non posso diventare un emulo dell'infermiera che teneva segregato il suo scrittore preferito per far rivivere Misery, morta nelle pagine dell'ultimo romanzo ancora inedito del suo prigioniero. E così devo tenermi dentro questo mistero, questa curiosità morbosa che sei capace di scatenarmi ogni volta che giro pagina.
Uno, due, tre. Prova.
Internet e il blog possono sembrare eterni come il nastro d'acciaio di una scatola nera. Sempitura memoria di un pensiero, di una traccia di vita, di una traccia di invidia e di gelosia. Vita preziosa mai vissuta eppure ne ho nostalgia. Sto scrivendo in questo spazio da diverso tempo, ma è come se fosse un lungo, deciso, terminabile volo verso l'impatto finale col terreno. Non sto lanciando una richiesta di soccorso, forse l'ho pensato in passato, ma ora la pelle si è indurita e la velocità non mi spaventa più, non mi dà più quella sensazione di abbandono, paura di restare indietro e non capire.
Bastardo d'un Chuck Palhaniuk. Essere umano incredibile e impossibile come il suo nome e cognome. Speleologo dell'animo umano. Del peggiore stadio di decomposizione dell'animo umano. Ma non irreale o illusorio. Invece incredibilmente plastico nel suo assurdo mondo iperrealistico.
A questo punto, a questa distanza, a questa velocità d'impatto prometto che non verrò a cercarti per farti sputare la verità che nascondi. Lo prometto solo se prometti che non verrai a cercarmi. Che sarai capace di lasciare in pace il mio corpo, continuando a solleticare la mia bramosia di torbido attraverso i tuoi libri.
Uno, due, tre. Prova.